In radio il tuo nuovo singolo “Cielo di spine”. Quali sono le sensazioni a caldo in merito e come stai vivendo l’uscita della nuova release?
Ciao a tutti! Le sensazioni sono sicuramente tante e questa in particolare è stata un’uscita molto importante per me. “Cielo di spine” è stato un po’ un nuovo inizio, un evoluzione del genere musicale in cui ho vissuto fin’ora e anche un riavvicinamento al mio lato da producer spingendomi di più verso la musica elettronica e il soundscape unito al pop.
- Di cosa parla il brano, come lo descriveresti?
Questo brano parla di una relazione in cui ormai l’amore non basta più ed è l’unica cosa che rimane, una di quelle relazioni in cui non funziona più niente, ci si fa solo del male a vicenda, un’amore tossico che trascina entrambi sempre più a fondo.
Partendo da questo presupposto il testo è la conversazione che si ha quando ci si confronta con la realtà e si capisce che per quanto si tenga all’altra persona la cosa migliore è lasciarsi andare. “Credimi non riesco a vedere la fine, anche se amarti è saltare in un campo di mine”.
- Da quale idea nasce la scelta del titolo?
Il titolo nasce dalla metafora dell’amore come forza che ci porta talmente in alto da fluttuare a tre metri sopra il cielo, quando questo amore però diventa tossico ogni singolo istante ci taglia e ci ferisce. Per questo motivo amare quella persona è come “volare in un cielo di spine”.
- Quali artisti influenzano o hanno influenzato il tuo modo di fare musica?
Fin da quando sono piccolo ho sempre ascoltato i Negramaro e sicuramente la voce di Giuliano Sangiorgi è stata un’influenza importante, al giorno d’oggi invece penso ad artisti come Mahmood e Lewis Capaldi. A livello strettamente strumentale e di produzione sicuramente producer come Dardust, 40 e Finneas sono sempre grandi ispirazioni.
- Quale esperienza credi sia stata più formativa per te fino ad oggi?
È difficile scegliere una sola esperienza ma la differenza più grande direi che l’ha fatta iniziare a pubblicare i miei brani, lavorare insieme ad un team con un obbiettivo chiaro su dove si vuole andare cambia totalmente la prospettiva di un progetto. Tenere i brani nel cassetto sicuramente per un giovane artista che vuole fare carriera non sarà molto utile, il pubblicare e interagire con il pubblico è decisamente la cosa più importante per me.
- Cosa dobbiamo aspettarci dopo questo brano?
Sicuramente tanta sperimentazione, mi piace provare ad imprimere il mio stile di produzione e scrittura in tipi di brani diversi. L’obbiettivo direi che è sorprendere e riuscire a dare una firma riconoscibile ad ogni mio brano mantenendo un elemento di freschezza e novità ad ogni uscita.